Il 26 Giugno Letta proclamò a reti unificate il decretone
sul lavoro: in TV il Presidente del Consiglio sbandierò “250.000 posti di
lavoro” per i giovani tra i 18 e i 29 anni. Andando ad informarsi seriamente si
legge che si pensava ad una portata di circa 200.000 giovani (metà potrà
beneficiare di sgravi contributivi e metà sarà coinvolta nelle altre misure di
inclusione). Il 28 Giugno ho scritto questo post: “Decreto di Propaganda”.
Affermavo che i posti di lavoro che il decreto avrebbe portato non erano che
una briciola rispetto alla disoccupazione giovanile (che ha toccato quota 42%),
in quanto le tre casistiche previste dal decreto andavano a includere vere e
proprie rarità, non incidendo affatto sulle assunzioni di giovani in larga
scala. I giovani che rientrano nelle casistiche definite da Letta sono mosche
bianche, e non è in questo modo che si interviene. Non a caso, in quella stessa
fascia di età (18-29 anni) ad un’azienda conviene spesso assumere un giovane
in apprendistato, piuttosto che usufruire del bonus.
L’unico scopo del decreto era quello di promuovere una
grande e massiva propaganda mediatica, coadiuvata dal servilismo di certi mezzi
d’informazione e da un’opposizione inesistente, in modo da colpire gli unici
avversari politici (i grillini) e smettere di parlare di numerose vergogne
portate avanti dal governo, in particolare dalla cosiddetta “sinistra”: dall’oggi
al domani non si parlava più di F-35, della mancata abolizione del Porcellum e
della mancata approvazione del reddito minimo garantito. Improvvisamente, non
si parlava d’altro che del “buono e positivo governo Letta che trova lavoro ai
giovani” e del “brutto e cattivo Beppe Grillo che non sa leggere il decreto”.
Tutto pur di non toccare due argomenti: le vergogne del governo e l’inutilità
del decreto lavoro.
Adesso, a circa quattro mesi di distanza, arrivano le
conferme che chiunque (con un minimo di cervello) si sarebbe aspettato: fino ad
ora il decreto ha portato effettivamente lavoro ad appena 13.770 giovani tra i
18 e i 29 anni. Alla faccia delle potenti misure contro la disoccupazione
giovanile! Sentiamo Letta come reagisce alle critiche: “Ad ottobre 14 mila
giovani hanno trovato lavoro.” Come? Ho sentito bene? Letta usando queste
parole suggerisce l’idea che in appena un mese (ottobre) 14 mila giovani
abbiano trovato lavoro. Falso: i mesi sono quattro, e se questo è l’impatto iniziale,
immaginiamoci come andrà avanti la cosa. Continua Letta: “L’obiettivo finale
dell’intero progetto, triennale, è di 100 mila giovani occupati.” Falso anche
questo: il progetto prevedeva un lasso di tempo pari a 18 mesi, esattamente la
metà di quello che (il bugiardo) Letta dice ora. “E il fatto che al primo mese
si sia arrivati già al 14 per cento del totale è evidentemente un buon segnale.”
Vedete come mentono con i numeri? Il totale è 200.000, ed il periodo di 18
mesi: ciò significa che (se siamo generosi) il bonus porterà lavoro a 60.000
giovani, pari al 30% del previsto. E ripeto: se siamo generosi. È chiaro che
chiunque rientrasse nelle inverosimili casistiche previste da Letta sia stato
assunto subito, nei primi mesi di attuazione del decreto. È molto probabile che
l’obiettivo rimarrà molto, ma molto lontano da quello che il governo ha
sbandierato su giornali e TV. Al momento, proprio per essere chiari, non è il
14% la percentuale corretta, ma 7%. La metà. Letta (come al solito) mente.
Un politico che mente al proprio popolo in un altro paese
sarebbe costretto a dimettersi. Qui in Italia, spesso sembra una moda, quasi un
vanto. Me li immagino, Letta e Alfano, in privato, che se la ridono: “Hai
visto, li ho infinocchiati anche stavolta.” In un paese governato da gente
onesta, questi due si sarebbero già dimessi da un pezzo. Temo invece che
dovremo ciucciarci il governo Let(t)amaio per ancora molto tempo.
Nessun commento:
Posta un commento