Inizierà oggi sul blog una piccola rubrica suddivisa in 7 post in cui vi racconterò del mio viaggio in Irlanda. Erano almeno 10 anni che sognavo di fare questo viaggio: ho sempre provato enorme interesse e fascino per questa terra e finalmente era arrivato il momento di partire.
Cominciò tutto con uno splendido album, “Riportando tutto a casa” dei Modena City Ramblers. Le sonorità irlandesi e le parole raccontavano vera passione e vero amore verso una terra misteriosa, mistica, selvaggia e fiabesca al tempo stesso. Si dà il caso che negli stessi mesi in cui scoprivo quel disco, vidi per la prima volta il film “Braveheart”: quando lessi che le location erano quasi interamente situate in Irlanda, e non in Scozia, fu il colpo di grazia. Dovevo andare in quei luoghi.
Per un ragazzino di 15-16 anni era un problema. Primo fra tutti: il viaggio in Irlanda si deve fare in macchina, per poter raggiungere con facilità tutte le località della costa e per ottenere quella fiera e genuina sensazione del viaggio “on the road”. Ed ecco il primo – e più grande – problema: non si può noleggiare una macchina se non si sono compiuti almeno i 25 anni di età. E andarci a 18 anni con la tua macchina era un casino, dato che il viaggio stesso sarebbe durato più del tempo a disposizione.
Ma finalmente l’occasione si era presentata ed il nostro gruppo di tre amici hanno deciso che era giunto il momento di intraprendere questo viaggio. Volo RyanAir fino a Dublino, e poi auto a noleggio alla scoperta del Sud dell’Irlanda!
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Ha'Penny Bridge, Dublino |
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Guinness Storehouse, Dublino |
Cominciamo con uno dei simboli di Dublino, una delle birre più famose al mondo che immediatamente viene associata alla capitale irlandese: la Guinness. La Guinness è una parte fondamentale di Dublino e dell’essenza di questa città, sia culturalmente che fisicamente. Culturalmente perché il Dubliner si ritrova al pub dalla mattina alla sera, è il vero concetto di “public house”, e lo fa sempre con una pinta scura in mano. Fisicamente perché lo stabilimento Guinness a Dublino occupa una superficie davvero ampia della città: come ti avvicini alla zona di St. James’s Gate, subito inizi a gustare il profumo dell’aroma tostato che proviene dalla mitica fabbrica della birra. È un odore che ti segue per tutta la parte ovest di Dublino. Ti resta quasi nelle narici anche quando torni verso Ha’Penny Bridge. Per quanto mi riguarda, è l’odore più buono del mondo.
La Guinness di Dublino non ha niente a che vedere con quella che si beve in Italia. A dire il vero, già in altre città irlandesi, il tragitto di spostamento, seppure breve, fa perdere alla pinta di Guinness quel suo eccezionale sapore che la contraddistingue. Se vogliamo trovare un solo motivo per cui valga la pena di visitare il Guinness Storehouse è proprio questo: assaggiare la pinta di Guinness per eccellenza al Gravity Bar, mentre si ha una vista a 360 gradi di tutta Dublino. Quel gusto lo puoi provare solo lì, in tutto il mondo.
Vogliamo parlare invece delle due cattedrali? Christchurch (la cattedrale protestante) e St. Patrick (la cattedrale cattolica) rappresentano una tappa obbligata per qualsiasi viaggiatore in terra irlandese. Proprio a due passi dal Dublin Castle, si stagliano sullo sfondo cittadino due magnifiche cattedrali.
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Christchurch e St. Patrick, le due cattedrali di Dublino |
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Temple Bar, Dublino |
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Beef Stew e Guinness, O'Donoghue's pub |
Ma il nostro tempo a Dublino stava per finire. Il viaggio on the road per le strade d’Irlanda stava invece per iniziare, pieno di promesse e di mistero. La macchina che avevamo noleggiato ci aspettava all’aeroporto: me la immaginavo che scaldava già il motore, in vista dei chilometri che avrebbe dovuto percorrere di lì a poco. E mentre lei scaldava le gomme, io iniziavo lentamente ad aprire gli occhi ed il cuore, perché tra non molto avrei dovuto fare i conti con una bellezza che non immaginavo. Neanche nelle fantasticherie più inverosimili. Il viaggio in Irlanda – quello vero – stava per iniziare.